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Dagli alambicchi dell'IGP

2010: analisi di una annata

In febbraio alcuni alambicchi piemontesi fumano ancora visibilmente, ma sono gli ultimi fuochi: sta ormai terminando infatti l'annuale ciclo di distillazione e le aziende che aderiscono all'Istituto Grappa Piemonte possono tracciare un bilancio della produzione relativa alle vendemmie del 2010; le diverse distillerie che operano nei vari territori della nostra Regione si trovano d'accordo nell'analisi dei dati a disposizione: le uve raccolte erano discretamente abbondanti e di buona qualità, di conseguenza le vinacce arrivate per la trasformazione sono risultate ottime ed hanno spesso aumentato le rese di produzione, complici anche le operazioni di pressatura da parte delle cantine, non particolarmente insistenti. Altro dato registrato è la minima variazione della quantità totale delle vinacce trattate in distilleria e quindi della produzione, che risultano quasi in linea con la precedente annata e che, grazie alla già annunciata qualità del materiale distillato, offriranno delle grappe con pregiate caratteristiche organolettiche. In alcune aziende si è invece avuto un marcato incremento di produzione, giustificato da un sensibile aumento delle quantità di vinaccia ritirata che non si è “dispersa” in altre regioni italiane, contribuendo alla produzione nel territorio d'origine. Ci sono quindi tutti i presupposti per avere dei prodotti distillati di grande qualità, a conferma anche della preziosa arte del lambiccare che in Piemonte gode di una storia importante; le grappe affronteranno un mercato che risente di un periodo non certo facile, ma le aziende di questa associazione hanno confermato per il 2010 soltanto un lieve calo nelle vendite, che pare sicuramente superabile vista l'autorevole rappresentatività del prodotto e la sua prestigiosa unicità made in Italy; di buon auspicio è l’evidente successo ottenuto con le vendite legate alle festività di fine anno, che hanno regalato numeri molto positivi confermando il carattere nobile acquisito da questo prodotto che viene ormai interpretato come un dono importante. La promozione comunque non conoscerà soste e sarà destinata a far apprezzare ancor maggiormente questo prodotto artigianale, riconoscendolo come un alcolico da meditazione e da scoprirsi nell'intensità dei suoi gusti ed aromi. Nel frattempo le distillerie pensano già alla riorganizzazione degli impianti per accogliere le prossime annate, avvicinandosi ai caratteri dell'eco-sostenibilità attraverso l'utilizzo delle energie alternative, nella direzione di una completa sensibilità protettiva verso l'ambiente e il territorio.

Alessandro Revel Chion